lunedì 9 gennaio 2012

Charles Darwin. Non è la specie più forte a sopravvivere e nemmeno quella più intelligente, ma la specie che risponde meglio al cambiamento.


DARWIN CONTRO PLATONE
Se veramente esistono questi esseri di cui andiamo ragionando continuamente, e il buono e il bello e ogni altro simile; e a ciascuno di questi noi riportiamo e compariamo tutte le impressioni che ci vengono dai sensi, riconoscendo che essi sono gli esemplari primi già posseduti dal nostro spirito; non è necessario, per la stessa ragione onde questi esistono, che anche esista la nostra anima prima ancora che noi siamo nati? E se questi non esistono, non sarà vano il nostro ragionamento? Non è così, non dipende da una necessità eguale che esistano questi esseri e al tempo stesso esistano le nostre anime, prima ancora che noi siamo nati? e che, se l’una cosa non è, neanche l’altra può essere?
Platone, “Fedone”, 76 d-e, tr. it. Laterza

Platone dice nel Fedone che le nostre “idee necessarie” derivano dalla preesistenza dell'anima, e non sono originate dalla esperienza. – leggi scimmie al posto di preesistenza –
C. Darwin, “Taccuini filosofici”, M, 128, tr. it. UTET

DARWIN CONTRA PLATONE: Chi ha ragione?




Galileo lo abbiamo perdonato, Darwin è ancora nei nostri incubi.
Abbiamo accettato di essere solo un sasso vagante che gira attorno ad una stella qualunque nella periferia di una galassia qualunque, ma non siamo ancora pronti ad accettare di essere un ramoscello qualunque di un cespuglio frastagliato in un immenso e disarticolato albero della vita.
Possono solo le credenze religiose giustificare questo rigetto? O c'è qualcos'altro che viola un tabù interiore? Perché Darwin ci da così fastidio? In effetti bisogna ammettere che vanità, antropocentrismo ed essenzialismo sono caratteristiche umane, ancor prima che religiose. Darwin non ha solo un problema con i credenti, ma li ha anche con chi tiene una mentalità più aperta. Di recente, grazie alla propaganda dei creazionisti, sembra svilupparsi anche un preoccupante antievoluzionismo laico. Ho timore che debbano passare altri 150 anni prima di perdonare anche lui.
Knight of Cydonia


Charles Darwin, La rarità precede l’estinzione.
“È piuttosto difficile ricordare sempre che l’incremento numerico di qualsiasi organismo è continuamente ostacolato da fattori nocivi, non percepibili, e che questi fattori non percepibili sono largamente sufficienti a provocare la rarità e infine l’estinzione. Nelle più recenti formazioni terziarie vediamo come in molti casi la rarità precede l’estinzione. Sappiamo anche che così si sono svolti gli eventi con gli animali che sono stati distrutti, localmente o dovunque, per opera dell’uomo. Posso ripetere quanto ho pubblicato nel 1845, cioè che ammettere che, in genere, le specie diventano rare prima di estinguersi, non provare sorpresa di fronte alla rarità di una specie, eppure stupirsi grandemente quando detta specie cessa di esistere, è quasi come ammettere che la malattia nell’individuo precede la morte, non stupirsi della malattia e poi, quando il malato muore, meravigliarsi e sospettare che sia morto per qualche ignota azione violenta.”
CHARLES DARWIN (1809 – 1882), “L’origine delle specie per selezione naturale o la preservazione delle razze nella lotta per la vita” (1859), introduzione di Pietro Omodeo, trad. di Celso Balducci, in ID. “L’origine della specie e altri scritti sull’evoluzione”, Newton Compton, Roma 2011 (III ed., I ed. 1994), 10. ‘Successione geologica degli organismi viventi’, ‘Estinzione’, pp. 757 – 758.


Non è la specie più forte a sopravvivere e nemmeno quella più intelligente, ma la specie che risponde meglio al cambiamento.
Charles Darwin


E’ crudele ed umiliante constatare che le opere umane, costate tanti anni di lavoro e sacrificio, possano venir distrutte in pochi secondi… la terra, simbolo stesso di solidità, può muoversi sotto i nostri piedi come una sottile pellicola su un liquido.
Charles Darwin, dopo il terremoto cileno del 1835


"La perdita degli interessi per la musica, la pittura, la poesia costituiscono una perdita di felicità e non è escluso che possa risultare lesiva per l'intelletto e, più probabilmente ancora, per il carattere morale, perché indebolisce il risvolto emozionale della nostra natura."
Charles Darwin


L'uomo nella sua arroganza si crede un'opera grande, meritevole di una creazione divina. 
Più umile, io credo sia più giusto considerarlo discendente degli animali. 
Charles Darwin



Charles Darwin, "L'origine delle specie" (1859)
È interessante contemplare una plaga lussureggiante, rivestita da molte piante di vari tipi, con uccelli che cantano nei cespugli con vari insetti che ronzano intorno e con vermi che strisciano nel terreno umido e pensare che tutte queste forme così elaboratamente costruite, così differenti l’una dall’altra, e dipendenti l’una dall’altra in maniera così complessa, sono state prodotte da leggi che agiscono intorno a noi. Queste leggi, prese nel loro più ampio significato, sono la legge dell’accrescimento con riproduzione; l’eredità che è quasi implicita nella riproduzione; la variabilità per l’azione diretta e indiretta delle condizioni di vita, e dell’uso non uso; il ritmo di accrescimento così elevato da condurre a una lotta per l’esistenza, e conseguentemente ad una selezione naturale, che comporta la divergenza dei caratteri e l’estinzione delle forme meno perfette. Così dalla guerra della natura, dalla carestia e dalla morte, direttamente deriva il più alto risultato che si possa concepire cioè la produzione degli animali superiori.
Charles Darwin, "L'origine delle specie" (1859), cap. XV, tr. it. Bollati Boringhieri


“L'incredulità si insinuò nel mio spirito, e finì per diventare totale.
Il suo sviluppo fu tanto lento che non ne soffersi, e da allora non ho mai più avuto un dubbio sull'esattezza della mia conclusione. In realtà non posso capire perché ci dovremmo augurare che le promesse del cristianesimo si avverino: perché in tal caso, secondo le parole del Vangelo, gli uomini senza fede come mio padre, mio fratello, e quasi tutti i miei amici più cari sarebbero puniti per l'eternità........ E questa è un'odiosa dottrina. L'uomo nella sua arroganza si crede un'opera grande, meritevole di una creazione divina. Più umile, io credo sia più giusto considerarlo discendente degli animali......È interessante contemplare una plaga lussureggiante, rivestita da molte piante di vari tipi, con uccelli che cantano nei cespugli, con vari insetti che ronzano intorno, e con vermi che strisciano nel terreno umido, e pensare che tutte queste forme così elaboratamente costruite, così differenti l'una dall'altra, e dipendenti l'una dall'altra in maniera così complessa, sono state prodotte da leggi che agiscono intorno a noi."
Charles Darwin

Nel 1835 Darwin si trovava nelle isole Galapagos, nel suo viaggio con il brigantino Beagle, e osservò la presenza nell'arcipelago di 13 specie diverse di fringuello.
La maggior differenza fra questi uccelli era riscontrabile nel becco, diversamente specializzato in ognuna delle 13 specie. Questa osservazione contribuì alla stesura dell'opera del naturalista britannico, Darwin infatti dedusse che le 13 specie erano tutte discendenti da un antenato comune giunto sull'isola tempo addietro.
Questi volatili erano specie presenti solo in quell'arcipelago, e la loro diversità era scaturita possibilmente da un cambiamento delle condizioni ambientali che aveva diminuito l'abbondanza di cibo, portando vari gruppi di fringuelli a spostarsi da un'isola all'altra e ad adattarsi alle diverse disponibilità di cibo. Da qui la differenziazione dei becchi, da quelli larghi e tozzi per mangiare semi duri a quelli con un becco appuntito e sottile adatto a cacciare piccoli insetti.
Questo fenomeno chiamato "irradiazione adattativa" si verifica quando una singola specie sviluppa adattamenti (creati dalla casualità delle mutazioni genetiche e selezionati dall'ambiente) che le permettono di occupare nuovi habitat. La specie di fringuello originale che per prima era giunta in quell'arcipelago si era adattata perciò al nuovo ambiente, sviluppando una serie di caratteristiche nuove che portarono alla nascita di nuove specie.
[Alberto]








Un giorno allo zoo di Torino molti anni fa. Era un pomeriggio e passando davanti alla gabbia delle scimmie ne vidi una che aveva lo sguardo malinconico. Allora le presi come per istinto la manina......Passavano i minuti poi le ore .. Sono riuscito ad andarmene con rabbia e fatica... Ed ora quando guardo queste foto piango....E vorrei con tutta l'anima poterla stringere di nuovo in un luogo dove io e lei siamo uno.......



10 cose che credi di sapere sull'evoluzione.
Il 12 febbraio 1809 nasceva Charles Darwin, il padre della teoria dell'evoluzione per selezione naturale. Oggi tutto il mondo festeggia questo evento con il Darwin Day. Per l'occasione vi raccontiamo che cos'è la teoria dell'evoluzione e quali sono le convinzioni comuni (e scorrette) su di essa.

   
I principi della teoria dell’evoluzione scoperti da Charles Darwin sono chiari.
Le specie viventi si modificano nel tempo, quando la selezione naturale agisce sulle popolazioni, costituite da individui tutti diversi. [...]

La teoria dell'evoluzione, oltre alla selezione naturale, comprende anche altri aspetti, come la selezione sessuale e la deriva genetica, che la completano.

È la legge del più forte!
NO. Si sente spesso dire che l’evoluzione giustifica l’aggressione e la sopraffazione perché è “la legge del più forte. Il concetto è assolutamente estraneo alla scienza: i più “adatti” in una popolazione non sono i più forti fisicamente, o i più aggressivi, ma gli individui che si riproducono più e meglio. Per esempio i roditori o i lagomorfi, come lepri e conigli, non si può dire che siano aggressivi, né più forti di un predatore. Eppure sono tra le specie di mammiferi più diffuse sulla Terra.

È un processo con un fine
NO. Molti vedono l’evoluzione come una lunga strada che comincia nel lontano passato e ha un obiettivo preciso, cioè la nascita della nostra specie, o di altre specie più evolute. Ma il processo stesso, per come l’ha spiegato Charles Darwin e l’hanno approfondito gli evoluzionisti, si basa solo sul successo di comportamenti o altri adattamenti che permettono la sopravvivenza in un particolare ambiente, e solo in particolari momenti storici. Non ci sono quindi specie più evolute di altre o particolarmente “preferite” dalla selezione naturale. Che non può neppure funzionare prevedendo quello che potrebbe accadere nel futuro.

Esistono specie intermedie.
NO. Il concetto di specie intermedia, o anello di congiunzione, è scorretto, perché queste specie sarebbero a metà strada tra un passato imperfetto e un presente in cui l’evoluzione ha raggiunto la perfezione. Inoltre, l'idea degli anelli di congiunzione, come l'Homo naledi, farebbe supporre la presenza di una lunga catena o una scala di forme viventi che vanno dai meno perfetti ai più perfetti; ora sappiamo che le specie formano un complesso e intricato cespuglio, senza una linea precisa che va dal passato al presente.


Ci sono "fossili viventi".
NO. È solamente un "modo di dire": anche se molte forme di vita, sia animali sia vegetali, sono simili a quelle del passato, ciò non significa che siano rimaste immutate per milioni di anni, come se per loro l'evoluzione non fosse mai neppure iniziata. Un esempio noto è quello del celacanto, un pesce le cui forme più simili risalgono a circa 400 milioni di anni fa: ma la somiglianza con il passato è solo superficiale, e queste specie erano molto diverse da quelle di oggi.

Si affida solo al caso.
NO. L'intero processo dell'evoluzione per selezione naturale comprende almeno due passaggi fondamentali:


  • il primo è la generazione di variabilità attraverso le mutazioni o altre modifiche del genoma (il DNA di un individuo)
  • Il secondo è la selezione naturale vera e propria, che elimina gli individui che non riescono a riprodursi in quel determinato ambiente
Le mutazioni, insieme a ricombinazione e immigrazioni da altri luoghi, possono essere considerate generate a caso. Ma la selezione naturale è un processo perfettamente deterministico, molto lontano dalla scelta casuale.

È sempre progresso.
NO. Si pensa che le specie del passato fossero meno evolute di quelle odierne, meno perfette e adattate all'ambiente. Invece, poiché l'evoluzione seleziona solo gli individui che riescono a sopravvivere in un momento e un luogo preciso, nel passato vivevano specie che non erano né migliori né peggiori di quelle di oggi, ma solo diverse. Insieme all'aumento di complessità ci sono molti esempi di diminuzione della complessità stessa, come quelli che coinvolgono per esempio i parassiti, che hanno struttura e metabolismo molto semplificati.

È una teoria sull'origine dell'universo e della vita.
NO. L'evoluzione descrive e spiega solo quello che è accaduto, accade e accadrà alle specie viventi.
I processi chimici e fisici che hanno portato alle prime forme di vita, così come il Big Bang e molti altri fenomeni fisici non hanno niente a che fare con l'evoluzione per selezione naturale. L'evoluzione è "entrata in azione" solo nel momento in cui sono esistite cellule, anche molto semplici, che si sono riprodotte.


È un guida per il comportamento.
NO. L'evoluzione non detta le linee guida per i comportamenti umani.
Questi ultimi, a nostro parere, si fondano su altre basi: la socialità, le convenzioni, la morale, la cultura... che cambiano nel tempo e da popolo a popolo. Non ha nulla a che fare con lo schiavismo o il razzismo, che sono comportamenti umani, né con pseudoscienze come la fisiognomica, che a fine '800 pretendeva di associare i caratteri fisici ai comportamenti. Nella foto, i dittatori Franco e Hitler.


http://www.focus.it/scienza/scienze/10-cose-sull-evoluzione?gimg=74096&gpath=#img74096




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